venerdì 16 gennaio 2009

Ardibehesht Yasht contro la barbarie

L'attuale ciclo di civiltà (anzi, la propaggine sub-civile del ciclo) dà segni di sfacelo evidenti, che si riflettono nello specchio mediatico: una politica sempre più teatrino, il voyeurismo nei processi per delitti efferati, la dissociazione psichica collettiva di tante esistenze che trascorrono su un "doppio binario", quello della realtà e quello dei reality shows, il proliferare di giochi milionari affidati al caso e offensivi rispetto all'onesto lavoro, la normalizzazione dell'assassinio e dell'adulterio mediante i film, tutta la bruttura e la volgarità dei corpi esibiti e idolatrati, sono alcune delle forme di una estrema infestazione ahrimanica. Tutto ciò e destinato a perire, perché la vittoria è di Dio. I fedeli discepoli di Zarathushtra sono chiamati a testimoniare contro questo stato di cose, deprecato dall'Avesta (v. il Vishtasp Yasht) e dai testi tradizionali. Occorre proclamare e testimoniare Asha, la divina Rettitudine, l'Ordine eterno impregnato del Santo Spirito (Spenta Mainyu) e denunciare lo stato di infamia che si ripercuote soprattutto sulla psiche infantile, corrompendola agevolmente in quanto essa non è in grado di schermarsi dagli attacchi esterni (l'esteriorità è l'esterno per eccellenza!). E, dato che in questa nazione si cita spesso a sproposito Gesù, mentro lo si avvilisce in mille modi (anche portando crocefissi milionari su seni esibiti per sedurre), occorre ammonire che anche Gesù deprecava con durezza assoluta chi "scandalizza" i bambini.
I behdin sinceri e sensibili sono chiamati in primo luogo a recitare e assimilare l'Ardibehesht Yasht, potente arma spirituale contro l'estetica del male, di cui la sensualità in ogni sua forma è il gusto "dolce" ma non meno velenoso.

Michele Moramarco

1 commento:

Vale Wolfmo ha detto...

Molto interessante e conivisibile ;-)
Spero vivamente che qualcosa cambi presto
Vale